Pier Luigi Santi e Paolo Borgomanero: Com’è nato Time On Show

Nello scorso ottobre, durante la quarantesima edizione di Auto e Moto d’Epoca tenutasi dal 26 al 29 ottobre alla Fiera di Bologna, manifestazione di riferimento dedicata al mondo del collezionismo automobilistico, si è svolta la prima edizione di Time On Show, un vero e proprio evento dedicato all’Alta Orologeria Vintage. 

Paolo Borgomanero (di spalle), Giovanni Bonanno e Pier Luigi Santi.

La connessione tra auto storiche e orologi da collezione, caratterizzata da un elemento comune chiamato “affinità elettive”, ha creato una forte sinergia tra le due manifestazioni, trasformandosi in un’atmosfera magica che ha unito la passione per i veicoli storici con l’amore per le lancette più rare ed esclusive.

Durante Time On Show, presso lo spazio di Bonanno Watches, abbiamo incontrato l’organizzatore Pier Luigi Santi e Paolo Borgomanero, che lo ha coadiuvato in questa avventura, assieme a Auro Montanari e Davide Parmegiani. 

Come nasce Time on Show?

Paolo Borgomanero «Tanti anni fa, precisamente nel 2016, con Piero (Ferrari n.d.r.) decidemmo che era arrivato il momento di organizzare a Bologna una manifestazione dedicata alle nostre passioni. Scegliemmo come nome del format “Passione Classica”. Avevamo idealmente disponibile lo spazio fieristico di Bologna, che ha l’unico “difetto”, se così lo possiamo chiamare, di essere molto grande. Per non fare una cosa sottodimensionata, pensammo di unire mobili, motociclette, orologi, alta-fedeltà, modellismo, giocattoli…»

Parlare del collezionismo a 360 gradi.

PB «Il collezionismo è un pulsante che se lo schiacci, esce fuori un vulcano. C’è una frase che ripeto sempre “Si compra un’automobile da 130 milioni di euro, come è successo realmente, non perché si è vittime di una sorta di circonvenzione d’incapace, ma semplicemente perché ci piace quell’oggetto – che è unico – e si hanno i soldi per acquistarlo”.»

Vero, qual è il problema?

PB «Nessun problema. Si sta dando il prezzo ad un’emozione che non ha prezzo. In quel momento, se io ho i soldi e voglio quell’oggetto, il prezzo lo fa chi lo vende. (sorridendo) Ecco perché la passione può essere anche autolesionismo grave…»

Vale lo stesso anche nell’orologeria vintage?

PB «Assolutamente sì. Che gi orologi d’epoca crescano continuamente di valore, è dovuto semplicemente dal fatto che non sono più in produzione né riproducibili. Se li vuoi devi passare necessariamente da un mercante, una casa d’aste oppure un altro collezionista. Da qui l’idea di creare questo format espositivo, per tenere la passione come una colonna portante (sorridendo) sfruttando le debolezze delle persone…»

Perché il primo ad essere stato sfruttato sei stato tu?

PB «Esatto! Sono stato sfruttato per le mie passioni infinite volte! Però non me ne pento e rifarei tutto. Fondamentalmente difendo la categoria.»

Come mai, allora non siete riusciti a portare a termine la vostra “missione”?

PB «Non riuscimmo a convincere gli organizzatori. Ci dissero di provare a Padova, ma lì, con tutto il rispetto, manca una qualità che solo Bologna possiede.»

Quale?

Pier Luigi Santi «È al centro dell’Italia: un terzo della nostra popolazione vive a circa un’ora di “alta velocità” da Bologna. Ventidue milioni di persone possono raggiungerci con estrema facilità. Poi abbiamo anche collegamenti autostradali, grande ricettività alberghiera, un’ottima ristorazione. Mi meraviglio che qualcuno sia rimasto stupito del successo di pubblico riscontrato nello spostare Auto e Moto d’Epoca da Padova a Bologna. Era del tutto naturale.»

Perché allora Bologna non si convinceva?

PLS «Perché nessuno dell’Ente Fiera si prendeva il rischio e nessun imprenditore se ne voleva assumere il peso, in quanto avrebbe avuto due possibili risultati: se andava male, colpa sua e perdita economica; se andava bene, merito della Fiera e nessun reale guadagno.»

 La soluzione com’è arrivata?

PB «Con l’acquisto da Padova della manifestazione. Diventava molto più semplice ed economico inserire l’orologeria in un contesto così grande e di storica importanza.»

 C’è un denominatore comune tra orologi e auto.

PB «Hai mai visto il proprietario di un’auto storica, guidare con al polso un brutto orologio? Neanche il contrario. Quindi è stato quasi naturale che alla fine abbiano accettato la presenza di Time On Show.»

Paolo Borgomanero

 

Considerate Time On Show una parte integrante di Auto e Moto d’Epoca?

PB «No. È un nucleo all’interno di questa fiera che può essere tranquillamente enucleato. Lo abbiamo pensato e realizzato come un format che può essere realizzato ovunque. Non è esclusa anche l’idea di metterlo in piedi per due volte all’anno.»

 

Magari non solo a Bologna?

PLS «No, potrebbe tranquillamente svolgersi a Milano oppure a Roma. La ricetta per la buona riuscita è semplice.»

 

Qual è questa ricetta?

PB «Servono degli ingredienti eccellenti: qualità negli espositori e qualità negli sponsor che nel nostro caso è stato Riva. Gli uni sono il traino qualitativo degli altri. Stamattina è passato Alberto Galassi (n.d.r. amministratore delegato di Ferretti group ma anche l’unico consigliere Italiano a sedere nel board del Manchester City Football Club) che credetemi è una persona alla quale non va mai bene nulla, ed era davvero entusiasta. Ha persino acquistato diversi orologi.»

 

Le aspettative di Time On Show sono state rispettate?

PB «Sì, non ne avevo dubbi. Non è perché sono un profeta, ma avendo una lunga storia di imprenditore, ho imparato a leggere dei segnali importanti che sono stati tangibili sin dall’inaugurazione della Fiera. In questo mi sono trovato più volte a tranquillizzare Pier Luigi (n.d.r. Pier Luigi Santi, che ha curato in prima persona l’organizzazione di Time On Show), che ha lavorato in maniera eccezionale per il raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo prefissati.»

 

In queste manifestazioni, spesso la scelta più difficile non è chi mettere dentro, ma chi lasciare fuori. Come avete fatto a scegliere gli espositori?

PLS «È stata un’operazione tutto sommato semplice. Mi sono consultato con Auro Montanari, Paolo Borgomanero e Davide Parmegiani, che è una sorta di strategic-partner, realizzando con loro un vero e proprio comitato selezionatore.  Ne sono usciti fuori circa trenta nomi, che abbiamo dovuto ridurre, essenzialmente per problemi logistici e di spazio, a solamente quattordici, scelti per ordine cronologico di adesione. Sono poi arrivate, comunque, veramente tante altre richieste, ma il numero per questa edizione non poteva assolutamente essere aumentato.»

 

Una volta scelti gli espositori, il secondo scoglio era lo sponsor.

PLS «La scelta di Riva è stata la carta vincente, in quanto ci ha permesso di realizzare questa bellissima Riva Lounge, all’interno della quale poter accogliere clienti ed appassionati, poi la loro boutique, la Riva Classic con le barche vintage. Accanto a questo main sponsor abbiamo trovato dei partner internazionali: Azimut, Aon e NetJets. Siamo riusciti così a creare una sorta di “mega-salotto”, che per quest’anno è stato posizionato nell’ammezzato della Fiera, la gallery-hall tra i due padiglioni storici 25 e 26, dove di solito si fa ArteFiera.»LS

 

Nella foto, da sinistra: Paolo e Martina Borgomanero, Giovanni Bonanno, Pier Luigi Santi e Paolo Gobbi

 

L’organizzazione di Time On Show è stata complessa?

PLS «Dovevo costantemente misurare il polso alla situazione e cambiare direzione senza dover perdere tempo, anche perché di tempo ce n’era ben poco. Quindi mi sono trovato a fare tante cose in prima persona, senza delegare ma seguendo le adesioni e allo stesso tempo la creazione degli spazi espositivi, prima sulla carta e poi in fiera. Ho condiviso tutto con Paolo, Auro e Davide. Con loro decideremo le scelte future.»

Un bel viatico per le prossime edizioni.

PB «Per far capire il futuro di Time On Show è necessario scavare nella sua essenza, nell’etimologia delle volontà che ne hanno permesso la realizzazione. Siamo tutti in apprendistato, ma le cose stanno andando nel verso giusto, che è quello del successo.»

Ci aspetteremo una maggiore comunicazione rispetto a questa edizione 2023?

PLS «Per questa prima edizione non c’è stato tanto un problema di soldi, quanto di tempo vero e proprio per organizzare una buona comunicazione. C’erano troppe cose da fare “materiali” per riuscire a seguire correttamente i media. Ci siamo affidati sulla comunicazione del Salone, ma sappiamo che questa non è abbastanza per il mondo delle lancette. I nostri “clienti” vanno cercati nel loro ambiente: dobbiamo capire bene come farlo.»

A chi vi volete rivolgere?

PB «Vogliamo stimolare i collezionisti e i commercianti europei. Una cosa è sicura: tutti quelli che sono saliti e saliranno su Time On Show lo faranno perché ne hanno “i gradi”, perché sono all’altezza del progetto, nessuna scorciatoia sarà ammessa.»

Time On Show, visto con gli occhi di un giornalista con un’esperienza ultra-trentennale, è forse il primo e al momento l’unico evento espositivo dedicato al vintage che riesce ad evocare l’allure del Salone di Ginevra. In pratica, per la prima volta l’Alta Orologeria Vintage non soffre del complesso d’inferiorità rispetto alla produzione corrente.

PLS «Siamo un salotto all’interno della Fiera Auto e Moto d’Epoca: non siamo e non vogliamo essere nel fiume dei sui visitatori, vogliamo far condividere la passione tra persone speciali, che scelgono Time On Show e lo vogliono vivere come un momento personale e non di massa.»

PB «Con Auro e Pier Luigi ci siamo trovati immediatamente d’accordo nel voler realizzate qui il nostro evento, in una zona riservata, protetta e “proteggibile”, dedicata solamente alla passione di chi sceglie le lancette d’epoca. Il risultato penso abbia premiato le aspettative.»

Per le prossime edizioni, fondamentale sarà mantenere alta l’asticella ed essere sempre ben coscienti del valore e dell’importanza dell’orologeria d’epoca. Siamo proprio noi, operatori a vario titolo di questo settore, i primi a doverci credere. Tanto più che “il mondo”, come ha ben dimostrato il successo di Time On Show e le cinquemila persone che lo hanno visitato, è pronto a seguirci in questa avventura e nelle emozioni che porta con sé.

 

 

 

Com’è stata l’affluenza a Time On Show?

PLS «Sin dalla prima giornata ci sono stati tanti visitatori e tutti di buona qualità. Io ero il più scettico di tutti, ma per fortuna mi sono dovuto ricredere: aveva ragione Paolo.»

Sei un collezionista di orologi?

PLS «No, ne ho solamente tre: uno regalato per la Cresima, uno per i 18 anni e un terzo regalatomi dall’Avvocato Montezemolo quando divenni concessionario Ferrari e che indosso sempre: uno Speedmaster in serie speciale per Michael Schumacher. Ammetto però di iniziare a sentire il fascino di questi oggetti. La prima emozione l’ho provata visitando assieme a mio figlio la boutique romana di Bonanno in via della Croce: il primo commerciante al quale ho chiesto la partecipazione e anche il primo ad aver aderito senza nessuna remora.»

Prevedete in futuro la presenza anche di mercanti stranieri?

PLS «Come prima edizione abbiamo due commercianti di Montecarlo: Davide Parmegiani e Corrado Mattarelli. È stato già un successo, perché l’accordo con la fiera è stato firmato il 31 luglio e la fiera è iniziata il 26 ottobre, davvero toppo poco tempo anche per permettere ad un espositore straniero di organizzarsi. Comunque abbiamo già ricevuto richieste dalla Francia, dalla Germania, dall’Inghilterra e persino una dalla California. Vedremo in seguito cosa fare, per il momento ci accontentiamo che siano soddisfatti gli espositori attivi adesso.»

Time On Show è un format che si presta bene ad essere esportato.

PLS «Sì, abbiamo ricevuto diverse richieste in tal senso. Stiamo vagliando con attenzione Singapore, Dubai, Montecarlo, ma anche alcune capitali europee.»

PB «Visto che siamo all’anno zero, per quanto mi riguarda il successo è stato già raggiunto. Al di là dei lusinghieri risultati economici, la cosa più importante è che time On Show esista, sia diventato una realtà.»

Hai ragione ne pensarlo, ma il risultato era meno scontato di quanto si possa immaginare, specie se visto da fuori.

PB «Ne sono contento. (sorridendo) Forse l’ho dato per scontato perché sono ancora un po’ arrugginito»

Giovanni Bonanno «La cosa importante è che sono riusciti a fare squadra con noi dealer, ad essere dalla nostra parte, ascoltando le nostre esigenze che poi sono anche quelle dei nostri clienti.» 

Come avete fatto ad entrare in una sintonia perfetta con gli espositori?

PLS «Abbiamo fatto la cosa per noi più naturale: ci siamo seduti con loro e gli abbiamo chiesto quali erano le loro reali esigenze. Su queste abbiamo letteralmente costruito Time On Show.»

GB «Questo discorso sembra una cosa naturale, quasi scontata, ma non è davvero quasi mai così. Il nostro cruccio maggiore è proprio il non essere ascoltati nelle nostre esigenze, che alle volte sono anche tanto semplici da sembrare scontate: è stata la mossa vincente di Time On Show.»

Un esempio?

GB «La sicurezza, fuori e dentro gli spazi espositivi. A Bologna l’abbiamo trovata, in altre parti no. Poi tanti altri piccoli e grandi particolari, primo fra tutti la selezione degli espositori, che ha garantito un livello alto per tutti i pezzi esposti.»

I NUMERI DELL’EVENTO

Time on Show, l’evento organizzato da BolognaFiere dedicato al mondo degli orologi da collezione e vintage, ha avuto luogo dal 26 al 29 ottobre, in contemporanea ad Auto e Moto d’Epoca, la fiera storica europea che ha debuttato quest’anno a Bologna dopo anni di successo a Padova.

Time on Show, è stato ideato da Pier Luigi Santi, insieme alle due menti ispiratrici Paolo Borgomanero e Auro Montanari, quest’ultimo noto come “John Goldberger”.

Questa prima edizione, che si svolta nella Gallery Hall tra padiglioni 25 e 26, ha visto migliaia di visitatori nell’area di Time on Show. Oltre 5000 si sono registrati per accedere all’area riservata agli stand dei 14 espositori, accuratamente selezionati dal comitato composto Paolo Borgomanero, Auro Montanari e Davide Parmegiani, chairman e shareholder di “Monaco Legend Group”, importante casa d’aste specializzata nel settore degli orologi da collezione.  

L’avvocato Alberto Galassi, amministratore delegato del Gruppo Ferretti, ha condiviso la partenership tra Time On Show ed il famoso brand Riva, realizzando una Riva Lounge a disposizione di tutti gli ospiti e visitatori. 

L’evento si è realizzato grazie al supporto di sponsor, quali Azimut Capital Management, AON, leader nel brokeraggio assicurativo e Net Jets, leader mondiale in jet privati. 

 

 

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