Orologi da Collezione: Oggi 460 Miliardi di Dollari, Puntano al Trilione

Cosa sta succedendo al mercato dell’orologeria da collezione? Le voci che si inseguono sono davvero tante, ma tutte concordano su due punti fermi. 

Il primo è che il collezionismo di alto livello è sempre più forte e attrae appassionati da tutto il mondo. 

Il secondo è evidente a tutti: il mercato del vintage e di conseguenza anche quello del secondo polso, è diventato così importante da essere scelto e ricercato anche dai grandi brand mondiali. L’arrivo delle marche blasonate legittima, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’intero settore e aumenta il livello globale di sicurezza negli scambi. 

Proviamo a capire come si sta realmente evolvendo questo settore che risulta sempre più vitale ed attrattivo anche per i grandi investitori. 

 
Il mercato del vintage sta vivendo una vera e propria rivoluzione. Se negli anni '90 era possibile acquistare modelli anche importanti di !"seconda mano" a metà del prezzo di listino, oggi si possono spendere cifre anche il doppio o il triplo del prezzo originale. Alcune referenze "rare" raggiungono prezzi da capogiro, superando di molto il valore di listino, come questo straordinario 5016 di Patek Philippe.

Partiamo da un dato di fatto: il mondo del collezionismo, indiscutibilmente guidato dagli orologi di lusso (che superano l’automotive per qualità e quantità degli scambi), secondo le ultime ricerche di Market Decipher ha recentemente raggiunto cifre straordinarie: nel 2023 è stato stimato a 462 miliardi di dollari, e si prevede che entro un decennio raggiungerà la sorprendente cifra di 1 Trilione di dollari. Questo boom del mercato, alimentato dalla crescente tendenza di considerare gli orologi di lusso come beni di investimento alternativi, ha portato a un’espansione senza precedenti.

Gli orologi, da sempre oggetti di desiderio per gli appassionati, sono diventati ancor più attraenti, con Rolex e Patek Philippe a guidare la carica degli oggetti di culto. Sia nuovi che di seconda mano, rappresentano moda per alcuni, arte o investimento per altri. 

I modelli più rari e ambiti, continuano a raggiungere somme astronomiche, testimoniando il loro fascino irresistibile, anche se un’osservazione attenta dell’andamento del mercato ci fa scoprire alcune particolarità sorprendenti.

Usiamo come riferimento ChronoPulse realizzato da Chrono24, un indice dei prezzi rivoluzionario che offre una panoramica puntuale del mercato degli orologi di lusso. Basato su oltre 600.000 transazioni, analizza le performance delle 14 marche di orologi – e dei loro 140 modelli distintivi – con i volumi di transazione più alti sul mercato secondario mondiale. 

ChronoPulse fonda i suoi valori su cifre di vendita reali e sui dati raccolti nei vent’anni di storia di Chrono24. Per comprendere le tendenze di prezzo del passato e del presente, nonché l’influenza esercitata da determinati modelli e rappresenta un valido strumento perché è un indice pubblico e facile da usare. Con il suo raggio d’azione globale e i dati dettagliati da tutto il mondo, questo modello preciso è il primo punto di riferimento per interessanti riflessioni sul mercato in continua evoluzione degli orologi di lusso.


ChronoPulse è un indice dei prezzi rivoluzionario che offre una panoramica puntuale del mercato degli orologi di lusso.

 

Osservando i grafici di ChronoPulse, che ricordiamo prendono in considerazione un periodo che parte dal 1 gennaio 2019 ed arriva alla metà di gennaio 2024, osserviamo come il mercato, in questo lasso di tempo, tra picchi e discese, è in realtà aumentato di un buon 71,46%. Si tratta di un valore decisamente importante, che premia chi ha saputo e voluto impegnare tempo, testa e capitali nel mondo delle lancette.

Se però dividiamo questo grafico osservando una ad una le maison più importanti dell’alta orologeria, magari andando nello specifico dei loro modelli di culto, non possiamo non notare delle importanti differenze. Per capire al meglio le tabelle, bisogna considerare che il sistema a punti di ChronoPulse serve per misurare la performance complessiva del mercato o di un produttore, in modo indipendente dai singoli prezzi degli orologi considerati. Per tutti gli indici il calcolo inizia il 1° gennaio 2019 con un valore di partenza fisso di 1.000 punti. La variazione di un indice riflette l’andamento percentuale degli orologi contenuti. L’utilizzo di punti offre la possibilità standardizzata di confrontare l’andamento degli indici indipendentemente dal fatto che gli orologi contenuti rientrino nella stessa fascia di prezzo.

 

 

Fatta questa debita premessa, osserviamo come i risultati migliori in percentuale, siano quelli di Patek Philippe e Audemars Piguet. All’interno di queste due marche, le migliori performance, ma soprattutto la crescita più omogenea e continua, la si può osservare nei pezzi vintage non più in produzione, oppure dell’altissimo di gamma, quel piccolo “regno” fatto da pluricomplicati e serie speciali. Questo vuol dire che il mercato premia chi spende di più, ma anche chi sceglie l’esclusivo e l’irripetibile, lasciando la produzione “corrente”, talvolta addirittura industriale, a chi pretende (e non sempre ottiene) il guadagno facile e la visibilità massima.

Da mettere in evidenza la performance estremamente lineare e positiva di Cartier, che ha visto aumentare con grande costanza il valore dei suoi segnatempo. Si tratta di un segnale positivo tanto più perché riguarda una merca all’interno dei gruppi, che tanto erano stati penalizzati durante la bolla speculativa. 

 

 

Bene anche Vacheron Constantin, che ha recuperato interesse nella fascia altissima del mercato. Un capitolo a parte è quello di Omega. Per la Casa di Bienne la vox-populi aveva decretato, dopo i problemi avuti dallo Speedmaster milionario durante la celebre asta di Phillips, un presente incerto e un blocco degli scambi. Se al contrario guardiamo i dati di ChronoPulse non possiamo non osservare un trend positivo in assoluto e in continua crescita anche relativamente ai giorni nostri.

Meno bene, infine, Tudor e Panerai, la prima sopravvalutata negli anni scorsi e oggi tornata ad una posizione di crescita all’interno del suo target, la seconda, oggetto di attacchi mediatici indiscriminati (e talvolta pretestuosi), fatica a ritrovare la collocazione che merita.

 

I modelli più ambiti, come il Nautilus di Patek Philippe, il Royal Oak di Audemars Piguet e i classici Rolex come il Daytona, il GMT-Master II e il Submariner, sono spesso introvabili nei canali tradizionali di vendita. Le liste d'attesa si sono estese a tal punto che alcune boutique Rolex hanno dovuto esporre la targhetta "gli orologi di questa vetrina sono esclusivamente per esposizione". Di conseguenza, i acquirenti si rivolgono sempre più al mercato del vintage, anche se questo comporta un notevole sovrapprezzo.In foto un fantastico calendario perpetuo 3450 di Patek Philippe.

Tornando ad una visione generale, l’attenzione crescente per i modelli storici e fuori produzione ha contribuito a far crescere il mercato delle lancette, che ha registrato vendite per 22 miliardi di dollari nel 2021. I risultati finanziari hanno permesso al settore di aggiudicarsi un terzo dei 75 miliardi di dollari del mercato complessivo degli orologi di lusso, attirando nuovi acquirenti e alimentando una crescita più rapida rispetto al mercato dei nuovi orologi.

Secondo uno studio di BCG e WatchBox, la piattaforma globale di orologi da collezione di lusso, gli orologi usati hanno registrato prestazioni notevoli nel lungo periodo, sfidando le categorie di investimento tradizionali. Nonostante le sfide causate dalla pandemia, un portafoglio composto da Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet ha visto un aumento annuo del 20% fra il 2018 e il 2022, in confronto al tasso annuo dell’8% dell’indice S&P 500.

Il mercato del vintage di qualità è destinato a crescere ulteriormente, con previsioni di raggiungere i 35 miliardi di dollari nel 2026, contro i 66 miliardi del mercato dei nuovi orologi. Le vendite online, guidate da piattaforme come WatchBox, Chrono24 e Watchfinder rappresenteranno quasi il 60% del mercato degli orologi di lusso di seconda mano entro il 2026, mentre i negozi espandono il loro campo d’azione quando garantiscono una grande offerta e comunicano la loro presenza in maniera importante. Sarà dura invece per le piccole realtà, per i solitari, per tutti coloro i quali prima si trovavano a gestire il proprio gruppo di appassionati ed adesso sono tallonati da un mondo che nella comunicazione ha trovato la sua maniera di essere.

La facilità di acquisto e vendita, insieme alle maggiori opportunità di investimento, attira sempre di più i consumatori più giovani. Il 54% degli acquirenti Gen Z e millennial ha aumentato gli acquisti negli ultimi due anni, influenzati dal valore futuro atteso dell’orologio. Tuttavia, ciò comporta anche rischi, con il 66% di loro esposto al rischio di ricevere un prodotto non conforme alle aspettative e quindi disamorarsi con la stessa velocità con la quale si erano avvicinati a cronografi e calendari perpetui. 

In conclusione, il mercato globale degli orologi di lusso è in costante evoluzione, trainato dalla crescente considerazione degli orologi come beni di investimento. La domanda in costante aumento, la facilità di acquisto online e la ricerca di modelli unici stanno plasmando il futuro di questo settore affascinante, promettendo ulteriori sorprese nei prossimi anni.

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