Nel 1963 la Rolex decise di dare un nome al suo progetto per un cronografo in acciaio tre contatori con scala tachimetrica incisa sulla lunetta. Voleva dare un’anima a quella che conosciamo come referenza 6239, senza però scontrarsi con quanto già fatto dai suoi competitor più importanti in questo segmento allora molto tecnico: Omega con il suo Speedmaster, Heuer con Carrera, Monaco, Sebring. La scelta fu così difficile, che i primi modelli (i “double Swiss”, con il primo visibile in basso al sei e il secondo nascosto sotto al rehaut) furono commercializzati con un trattino sotto la scritta Rolex Cosmograph. La scelta fu fatta tra due nomi: Daytona e Le Mans. A favore del primo andò la volontà della Casa coronata di spingere il più possibile il suo nuovo cronografo sul mercato americano. Però il feeling con Le Mans non sparì, anzi si è mantenuto intatto fino ai giorni nostri.
Il Cosmograph Daytona presentato nel 1963, era stato progettato per rispondere anche alle esigenze dei professionisti delle gare automobilistiche. Dotato di una lunetta con scala tachimetrica e di un fino al 1987 di un movimento meccanico a carica manuale Valjoux, poi dal 1988 con un crono automatico intergrato derivato dall’El Primero e infine dal 2000 fino ad oggi con un calibro interamente realizzato in-house. Quello che più appassiona i collezionisti è che a sessant’anni dal suo lancio, questo cronografo conserva ancora il suo status di cronografo sportivo con un appeal assolutamente personale.
Il 2023 si era aperto con una notizia importante per questa collezione: in concomitanza con i sessant’anni di vita dell’orologio, ne è stata presentata un’evoluzione completa, che ha riguardato sia l’estetica che tutta la componentistica tecnica. Innanzitutto oggi il quadrante esibisce un nuovo equilibrio grafico con indici ridimensionati e anelli dei contatori rivisitati. Grazie agli abbinamenti di colori e finiture, il contrasto è accentuato tra il fondello, i contatori e/o i loro anelli. Il risultato è un Daytona dal look più armonioso e moderno. Con il nuovo design della cassa oggi presenta linee di luce fluide ed eleganti sui fianchi della carrure. Nel caso delle declinazioni dotate di lunetta Cerachrom in ceramica, il bordo sottile di quest’ultima è realizzato nello stesso metallo della carrure. Ma non è stato solamente questo il cambiamento. Al suo interno troviamo il nuovo movimento cronografo integrato calibro 4131, interamente progettato e realizzato da Rolex ed erede naturale del calibro 4130. Presentato quest’anno, integra alcune delle maggiori innovazioni che la Casa ginevrina ha apportato ai propri movimenti: scappamento Chronergy per ridurre le dispersioni di energia, dispositivo antiurto Paraflex per preservare il cuore del movimento e cuscinetto a sfere ottimizzato per migliorare la carica automatica. Il calibro 4131 presenta inoltre una massa oscillante traforata e, sui ponti, una decorazione esclusiva a Côtes de Genève Rolex, reinterpretazione di una decorazione emblematica dell’orologeria svizzera tradizionale.
Dopo questa novità epocale, pensavo che per attendere qualche ulteriore novità su questo modello, avremmo dovuto aspettare anni, ed invece ancora una volta, la maison ginevrina è riuscita a stupire tutti, competitor e collezionisti, presentando una declinazione dell’Oyster Perpetual Cosmograph Daytona realizzata in onore del centenario della 24 Ore di Le Mans, la celebre gara automobilistica di endurance. Rolex, Orologio Ufficiale dell’evento dal 2001, ha voluto celebrare questo anniversario simbolico con una speciale versione del segnatempo dove il design e il movimento fanno riferimento a questa corsa leggendaria.
Attenzione, è forse la prima volta che Rolex realizza una serie speciale per evento. Fino ad oggi avevamo visto dei personalizzati per Tiffany o Cartier, oppure per l’Oman, per gli Emirati Arabi, per aziende tecnologiche come la Comex. In questo caso è diverso. L’orologio entra in collezione e in libera vendita, esattamente come tutte le altre referenze. Che poi sarà difficile se non quasi impossibile da trovare è un altro discorso, che però coinvolge quasi tutte le varianti di questo iconico cronografo. Ma vediamo assieme le caratteristiche più importanti.
Il nuovo Daytona “Le Mans” referenza 126529 LN (prezzo al pubblico 51.700 euro). viene realizzato esclusivamente in oro bianco con lunetta Cerachrom in ceramica nera, protetta nel suo perimetro esterno da un sottile bordo anch’esso in oro bianco. Sulla scala tachimetrica troviamo il numero 100 di colore rosso, un chiaro riferimento al centenario della gara. Tutti i numeri e le grafiche della scala tachimetrica sono scavati e colorati mediante deposito di platino secondo una tecnica PVD (Physical Vapour Deposition), ad eccezione del numero 100 riempito di ceramica rossa. Sul quadrante la grafica “panda” dei contatori si ispira a quella del celbre quadrante Paul Newman. Per quanto riguarda la cassa Oyster, è dotata di un fondello trasparente, che nella serie “normale” viene montato solamente sulla cassa in platino. Il bracciale Oyster di questo è dotato di un fermaglio di sicurezza Oysterlock con chiusura pieghevole che previene qualsiasi apertura involontaria e dispone della maglia di prolunga rapida Easylink, che permette di regolarne facilmente la lunghezza di circa 5 mm. Inoltre, integra all’interno delle sue maglie inserti in ceramica progettati da Rolex e brevettati che ne migliorano la fluidità al polso e la durata nel tempo.
Mentre fino ad adesso abbiamo osservato solamente delle modifiche “estetiche” rispetto al nuovo modello presentato durante lo scorso Salone di Ginevra, quando ci addentriamo nel movimento la situazione cambia completamente. Questo modello infatti ospita il nuovo calibro 4132, su base calibro 4131 che permette il conteggio delle ore della funzione cronografo su ventiquattro ore, invece delle consuete dodici di questo modello. Questo è stato possibile grazie a un meccanismo addizionale brevettato, composto di sette elementi, paragonabile a un differenziale rivisitato dalla casa coronata. Questo sistema di demoltiplicazione, detto riduttore epicicloidale, permette di dimezzare la velocità di rotazione del treno di ingranaggi che trascina la lancetta delle ventiquattro ore. Il dispositivo è una straordinaria dimostrazione del know-how degli ingegneri di Rolex e la sua forma gli consente di essere integrato nel movimento senza dover modificare l’architettura di quest’ultimo. Il meccanismo, infatti, va semplicemente a sostituire una ruota di trasmissione e il suo funzionamento non ha alcun impatto sulle prestazioni dell’orologio.
Rolex da tempo premia i vincitori della 24 Ore di Le Mans (così come di altre competizioni automobilistiche, veliche, oppure nel mondo del golf o dell’equitazione) con dei Daytona personalizzati sul fondello. Saliti sul gradino più alto del podio dopo aver corso incessantemente giorno e notte, anche i piloti Ferrari riceveranno un Oyster Perpetual Cosmograph Daytona e solleveranno il trofeo del centenario. Da mettere in evidenza che l’orologio dato in premio è in acciaio e “non” è quello in serie speciale in platino.
L’edizione 2023 è stata una gara davvero emozionante: il centesimo anniversario della 24 Ore di Le Mans sarà ricordato per sempre come una delle sfide più straordinarie del mitico “Circuit de la Sarthe”. L’11 giugno alle 16.00, la Ferrari AF Corse numero 51 ha vinto davanti a ben 325.000 spettatori. Da sabato 10 alla domenica, i campioni hanno inciso i loro nomi nella storia dello sport automobilistico e hanno conquistato la prima vittoria per la squadra italiana dal 1965. L’equipaggio della Ferrari 499P vincitrice era composto da James Calado (UK 1989) pilota ufficiale Ferrari dal 1984: Alessandro Pier Guidi (Tortona 1983) pilota ufficiale Ferrari dal 2017, laureato in ingegneria meccanica; Antonio Giovinazzi (Martina Franca 1993) che ha corso in Formula Uno nel 2017 con la Sauber e dal 2019 al 2021 con l’Alfa Romeo.
A premiare con l’orologio i tre piloti è stato il testimonial Rolex Tom Kristensen: «Essere qui accanto ai vincitori di questa importante edizione è stato un grande momento per me. La mia esperienza della 24 Ore di Le Mans significa che ho ancora più rispetto per ciò che questi piloti e team hanno raggiunto in 24 ore. Dopotutto, è questa gara che mi ha portato nella famiglia Rolex, e per questo Le Mans mi fa sentire ancora più a casa».