Collezionare Orologi Vintage: la Patina e il valore dell’Originalità

Rolex Chronograph Antimagnetic Ref. 2508 del 1940. Unico il suo stato di conservazione a oltre 80 anni dalla sua commercializzazione.

In un mondo dove l’autenticità e la provenienza sono valute preziose, il collezionismo di orologi vintage si sta trasformando in un campo minato di desideri contrastanti, malintesi e una ricerca incessante per il non plus ultra dell’autenticità. La questione della lucidatura delle casse è diventata emblematica di questo conflitto, evidenziando una profonda divisione tra la conservazione della storia e il desiderio di perfezione estetica.

Patek Philippe Perpetual Calendar Chronograph Ref. 3970 in condizioni NOS.

Partiamo da una considerazione “di base”: tra un orologio senza documenti (quindi niente scatola, garanzia…) però mai toccato e con la sua bella patina del tempo ad ossidare la cassa e il quadrante, ed un altro invece “full-set”, completo di tutta la documentazione e di tutti gli “accessori” ma con la cassa lucidata e il quadrante “pulito”, noi – come qualsiasi collezionista serio e di lungo corso – preferiamo senza dubbio il primo. Nessuna garanzia, infatti, potrà mai donare il gusto dell’autenticità a un segnatempo “violato” da mani inesperte oppure desiderose di regalargli una seconda giovinezza utile solamente a colpire l’attenzione di un qualche acquirente poco avvezzo ai valori reali di un segnatempo da collezione. Fatta questa debita premessa, andiamo a capire assieme meglio il dilemma dello stato di conservazione dei vintage.

La domanda “È stata lucidata la cassa?” risuona sempre più spesso nelle sale delle aste e nei forum online, poiché rappresenta una delle maggiori preoccupazioni degli acquirenti. Al di là della semplice estetica, la questione tocca le fondamenta stesse dell’essere un collezionista: la ricerca della purezza e dell’integrità. È comprensibile, quindi, che i potenziali acquirenti si preoccupino del grado di “intoccabilità” di un orologio, aspirando a possedere un pezzo che non solo sia visivamente impeccabile ma che porti anche in sé la storia e l’artigianalità originali.

Tuttavia, emerge un paradosso. Molti di coloro che pongono queste domande sono spesso i meno attrezzati per apprezzare le sottili differenze e le implicazioni della lucidatura di un orologio. La richiesta di orologi con specifiche talvolta inesistenti o inappropriate per un determinato modello rivela una superficialità nella comprensione e un’aderenza a una narrazione costruita più dalla comunità che dalla conoscenza approfondita.

Questo fenomeno non è nuovo nel commercio e nel collezionismo. La storia è costellata di esempi in cui i desideri del pubblico hanno plasmato le pratiche commerciali, spesso a scapito dell’autenticità e della conservazione. Gli orologiai e i rivenditori si trovano così di fronte a un dilemma etico: adattarsi alle esigenze del mercato, anche se ciò significa compromettere l’integrità di un pezzo storico, o rimanere fedeli ai principi di conservazione, rischiando di alienare una parte significativa del loro pubblico.

Rolex Cosmograph Daytona Ref. 6263 ca. 1970. Fuori dal comune lo stato di conservazione di questa cassa, mai lucidata e con i segni dell'ossidazione naturale dell'oro.

Il restauro di orologi vintage, in particolare, si trova al crocevia di queste tensioni. Un tempo, metodi invasivi rischiavano di cancellare irrimediabilmente le tracce della storia di un orologio. Oggi, fortunatamente, assistiamo a un cambiamento di paradigma verso pratiche di restauro più delicate e rispettose, che mirano a preservare tanto quanto a migliorare. Ma il cuore del problema rimane: fino a che punto si può intervenire su un pezzo storico prima che perda la sua essenza? In questo contesto, l’educazione diventa fondamentale. Così come non ci si aspetterebbe di diventare un esperto in qualsiasi campo professionale senza un impegno sostanziale e un apprendimento continuo, lo stesso vale per il collezionismo di orologi vintage. La strada verso una comprensione profonda e gratificante del collezionismo non è segnata da scorciatoie, ma da un impegno costante, da errori e, sì, anche da perdite finanziarie.

Per coloro che si avvicinano a questo mondo, la figura del professionista esperto diventa quindi cruciale. L’assistenza di un conoscitore non solo può aiutare a navigare in questo complesso mercato ma può anche fungere da bussola morale, guidando sia verso scelte estetiche che etiche. La relazione con un rivenditore o un restauratore di fiducia, la cui reputazione e competenza siano verificabili, diventa un pilastro fondamentale nella costruzione di una collezione personale significativa e responsabile.

Patek Philippe Ref. 3450 ORO GIALLO
Lanciato nel 1981, il ref. 3450 è il successore del ref. 3448, il primo orologio da polso automatico con calendario perpetuo di Patek Philippe. Nella gallery uno straordinario esemplre del 1985, in un perfetto stato di conservazione, mai lucidato e completo di scatola e garanzia.

Patina e NOS 

Come abbiamo avuto modo di capire, ogni orologio porta con sé una narrazione, scritta non solo attraverso i suoi meccanismi interni ma anche dalle tracce visibili del tempo sulla sua superficie. Questi segni, conosciuti come “patina” e la rarità dei pezzi NOS (New Old Stock) si rivelano determinanti nel definire il loro valore e fascino, come dimostrano le storie di pezzi eccezionali battuti nelle rinomate case d’aste come Sotheby’s, Christie’s e Phillips.

La patina è la testimonianza tangibile del viaggio di un orologio attraverso il tempo. Ad esempio, un Rolex Daytona 6263 “Big Red” con pulsanti a vite appartenuto A Paul Newman, venduto da Phillips nella celebre asta “Racing Pulse” a New York nel dicembre 2020, ha realizzato la cifra record di 5,475 milioni di dollari. Questo orologio è stato indossato da Paul Newman a partire dal suo acquisto nel 1983 da parte di Joanne Woodward fino al 2008, quando lo regalò alla figlia. “Questo Daytona non è solo un orologio, è una leggenda vivente sul polso”, ha commentato Aurel Bacs, Senior Consultant di Phillips Watches.

Gli orologi NOS, al contrario, sono pezzi che sono rimasti in uno stato di conservazione perfetto, testimoniando la maestria e il design di un’era passata. Un Patek Philippe Ref. 2499 in condizioni NOS e appartenuto sempre alla stessa famiglia, battuto da Christie’s a Ginevra nell’asta “Rare Watches” nel maggio 2023, ha raggiunto l’importante aggiudicazione di 1,7 milioni di euro, ben oltre la media di questo modello.

Il restauro, in particolare la lucidatura, è un tema delicato nel mondo degli orologi vintage: “Un restauro fatto con maestria può preservare l’integrità di un orologio, ma è una linea sottile che non deve essere oltrepassata”, ha osservato Paul Boutros, Head of Watches America presso Phillips.

I collezionisti di orologi vintage attribuiscono grande valore sia alla patina che alle condizioni NOS, vedendoli come due lati della stessa medaglia. “La patina è la firma del tempo su un orologio, unico e irripetibile”, afferma Eric Ku, un rinomato collezionista e dealer di orologi vintage. D’altra parte, John Goldberger, un’autorità nel campo dell’orologeria e collezionista, sostiene: “Un orologio NOS è un portale diretto nel passato, un’opportunità di possedere un pezzo di storia nella sua forma più pura”.

La scelta tra un orologio con una patina distintiva e un pezzo NOS si riduce alle preferenze personali e al valore che ciascun collezionista attribuisce alla storia e alla conservazione. Le storie di pezzi straordinari venduti nelle aste di Sotheby’s, Christie’s e Phillips dimostrano l’apprezzamento del mercato sia per gli orologi che raccontano visivamente il loro passato, sia per quelli che rimangono una testimonianza intatta di un’epoca passata. Ogni orologio vintage, con la sua patina o in condizioni NOS, è una cattedrale del tempo, un inno alla maestria orologiera che attraversa generazioni, portando con sé la promessa di continuità e rinnovamento.

 

I particolari anche più piccoli, come la firma di chi ha realizzato la cassa (nel caso particolare Jean-Pierre Hagmann) di questo straordinario Patek Philippe Perpetual Calendar Minute Repeater Ref. 3974J del 1989, se conservati a perfezione sono un chiaro segno di una cassa che non ha subito lucidature o rifacimenti.

Alla fine, la vera bellezza di un orologio vintage risiede nel suo equilibrio tra la conservazione della sua storia e l’accettazione della sua evoluzione naturale. L’obiettivo di ogni vero collezionista dovrebbe essere quello di abbracciare questa bellezza, riconoscendo che ogni segno del tempo porta con sé una storia che vale la pena preservare.

In pratica, mentre il mercato degli orologi vintage continua a evolversi, lo stesso deve fare l’approccio dei collezionisti: ponendo domande più informate, ricercando mercanti storici, legittimati e realmente competenti, apprezzando la storia che ogni pezzo porta con sé. Solo così si si può forgiare un futuro per il collezionismo che rispetti tanto la bellezza quanto l’autenticità, mantenendo se non aumentando nel tempo anche il valore di ogni singolo pezzo importante.

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